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Prime Esperienze

L'EVOLUZIONE DELLA SPECIE


di SalBsx
04.02.2015    |    1.653    |    0 8.7
"Mesi dopo però, il ricordo di quei brevi istanti carichi di eccitazione mista a vergogna ha preso il sopravvento sulla paura e mi ha spinto a rifare..."
L’EVOLUZIONE DELLA SPECIE
Digerito il secondo divorzio e stanco delle banalità a cui ero abituato,è cresciuta dentro di me l’esigenza diventata presto necessità,di fare esperienze nuove e fuori dal consueto. Come prima cosa ho pensato che fosse una buona idea dormire e girare nudo per casa ma col passare dei mesi ho capito che non era abbastanza percui una sera ho preso l’auto e dopo aver guidato per più di un’ora senza sapere che fare mi sono infilato la mano dentro ai pantaloni e ho cominciato a strofinarmela sulle mutande fino a farmelo diventare duro come il marmo. Era divertente ma la paura di essere visto ha superato presto l’eccitazione del momento,la cosa è finita li ed è rimasta fine a se stessa. Mesi dopo però,il ricordo di quei brevi istanti carichi di eccitazione mista a vergogna ha preso il sopravvento sulla paura e mi ha spinto a rifare quell’esperienza quindi, mentre guidavo circospetto,ho deciso di allentare un po’ la cintura e da quella volta la mano ha preso a finire regolarmente dentro le mutande e non più sopra. Successivamente ho iniziato a sollevarle e poi a spostarle per tirarlo fuori l’istante sufficiente ad ammirarlo in un’ambiente che non era il suo ma non appena una macchina si affiancava o trovavo un semaforo più lungo del solito il cuore iniziava a battere a mille e tornava la paura percui lo rimettevo via e tornavo a casa il più rapidamente possibile spaventato,eccitato,con un milione di pensieri e idee per la testa e finivo sempre col farmi una sega liberatoria seduto sul bordo della vasca da bagno. Più passava il tempo però e più sentivo l’adrenalina del pericolo di essere notato crescere,crescere e crescere ancora,stavo iniziando a capire di dovermi evolvere e infatti una sera ho preso coraggio,ho slacciato completamente cintura e bottoni e ho cominciato a guidare coi pantaloni abbassati alle caviglie e il cazzo in bella vista. Avevo capito che potevo osare di più ma comunque,durante le mie prime scorribande notturne,percorrevo solo statali e strade poco trafficate oppure approfittavo della vicinanza dell’autostrada ma ad un certo punto è scattato qualcosa e ho portato il mio giochino anche in città dove trovavo la massima eccitazione nel fermarmi a bordo strada e rimanere seminudo a contemplarmi l’uccello che mi cresceva orgoglioso tra le gambe mentre pedoni,ciclisti e macchine mi passavano accanto: parcheggiavo,attendevo qualche istante sudando freddo per il timore che mi vedesse qualcuno poi col cazzo che pulsava impaziente,toglievo scarpe e pantaloni,sfilavo soddisfatto gli slip,reinfilavo velocemente il resto e ripartivo soddisfatto. Se faceva freddo mi accontentavo di spogliarmi solo sotto,se faceva caldo invece uscivo indossando una camicia in modo da poterla sbottonare e avere l’impressione di essere davvero nudo ma a prescindere dalla stagione l’atto finale era sempre quello di tornare a casa semisvestito tenendo le mutande sul sedile o facendole sventolare a mò di bandiera fuori dal finestrino. Qualche volta,ma molto più avanti,se le condizioni lo permettevano effettuavo l’operazione scendendo persino dall'auto,ho iniziato a farlo nei bagni degli autogrill e anche in quel boschetto con tre alberi e la siepe che mi proteggeva e che raggiungevo a piedi dopo aver lasciato la machina un centinaio di metri più indietro. Una sera mi sono infilato tra la macchina e il muro di cinta di una ditta ma proprio mentre mi stavo spogliando è passato un grosso camion con tutte le luci accese,nel tentativo di nascondermi mi sono accovacciato finendo col culo sul cemento ma il camionista aveva fatto comunque in tempo a notare qualcosa perchè dopo aver frenato all’improvviso l’ho visto sporgersi dal finestrino,quando l’ho sentito aprire la portiera mi è venuto un’infarto e sono ripartito a razzo coi pantaloni e l’uccello tra le mani dimenticando gli slip sul cofano: inutile dire che non sono sceso a riprenderli e che sono volati via durante l’inversione. Durante uno dei miei tanti tour cittadini mi sono accorto che anche questo non era più sufficiente,che volevo di più e un bel momento,mentre guidavo incerto sul da farsi,mi sono ricordato di un parcheggio per rimorchi non custodito nelle vicinanze di casa mia e anche se ormai temevo i camionisti,non ho potuto fermare l’evoluzione che preoprio quella sera ha cominciato la sua vera marcia. Ho raggiunto il posto e dopo averci girato intorno per una buona mezz’ora per controllare che fosse deserto,ho parcheggiato nascondendomi tra i mezzi quindi ho tolto scarpe,calze e pantaloni,ho sfilato la maglietta e ancora oggi non mi spiego perchè indossavo una maglietta e non la solita camicia e dopo aver ripiegato per bene il tutto appoggiandolo sul sedile del passeggero ho realizzato di essere finalmente e completamente nudo fuori dalle mura amiche e sono rimasto per un’altra mezz’ora a contemplarmi stupito per il mio ardire,il cuore sembrava volermi uscire dal petto e la sensazione di umido caldo tropicale che sentivo su tutto il corpo mi frastornava. Mi stavo rilassando ed ero abbastanza tranquillo ma quando mi sono deciso e l’ho impugnato mi sono scoperto nervoso e talmente agitato che al posto di concentrarmi e assaporare con calma il momento che doveva arrivare ho cominciato a guardarmi intorno preoccupato e proprio mentre stavo inclinando lo schienale per accomodarmi meglio sul sedile e cominciare a fare sul serio,ho notato un tipo che portava a spasso il cane che sembrava venire dalla mia parte,mi è preso il panico e invece di ricompormi alla bellemeglio tanto per potermi allontanare un po’ da quello stronzo rovinamaialate che comunque era lontanissimo e di certo si stava facendo i cazzi suoi,ho tentato di rivestirmi completamente e perfettamente fallendo regolarmente ad ogni tentativo,ho impiegato un’eternità a rimettermi quei cazzo di slip e la maglietta nel verso giusto,a tirarmi su i pantaloni e perfino ad allacciarmi le scarpe e con tutto il casino che ho fatto quando ho messo la prima e sono sgommato via sono sicuro di essermi fatto notare di più che non se fossi rimasto al mio posto a terminare l’opera. Mentre scappavo bestemmiando e maledicendomi per quell’idea diventata all’improvviso malsana,ho iniziato a provare invidia sia per il gentil sesso a cui basta una gonna o una giacca lunga sotto cui indossare poco o niente sia per la quantità infinita di perizomi, tanga,fili interdentali,mini e microslip che ha a disposizione e che è sufficiente spostare,slacciare o non mettere proprio per poter fare tutte le porcate di questo mondo. Mentre ragionavo su questa fortuna ho cominciato anche a sviluppare la mia idiosincrasia alle mutande e alla fine ho realizzato che sono solo una scocciatura e un’enorme impedimento per un uomo impegnato in questo tipo di attività ludico ricreativa e che quindi dovevo fare qualcosa per risolvere il problema,passato il terrore e ragionandoci meglio però ho capito che un conto era rientrare a casa con gli slip in mano dopo essermeli tolti in mezzo ad una strada,un’altro era decidere di uscire direttamente senza perchè questo avrebbe cambiato le cose levando buona parte del divertimento: divertimento che per quanto mi riguarda non sta nell’atto stesso ma nell’eccitazione dell’arrivare a compierlo. Ad ogni modo il terzo stadio evolutivo era ormai diventato realtà e da quel giorno lo scopo delle mie uscite serali era cambiato,ora guidavo seminudo alla ricerca del luogo adatto per fermarmi e seppur nella relativa sicurezza della macchina,farmi una sega e godermi la calda e succulenta sborrata che ne deriva. Anche in questo caso le statali hanno contribuito alla mia evoluzione infatti ricordo con enorme piacere e un pizzico di nostalgia la prima volta che,impaurito ma eccitatissimo, son sceso dall’auto con indosso solo le scarpe da tennis e nel deserto più totale delle quattro di notte di un caldo mercoledì di luglio,ho spruzzato sperma sull’asfalto per la prima volta. Ricordo che durante il viaggio verso casa mi stavo massaggiando i testicoli quasi a ringraziarli per quanto avevano prodotto poco prima e che ho continuato fino a quando loro hanno deciso in totale autonomia di produrne ancora, euforico per la nuova situazione estrema però non mi ero posto il problema di cosa fare di tutto quello sperma che iniziava a colare dappertutto,urgeva una soluzione rapida e non ho trovato di meglio che raccoglierlo con la mano e buttarlo fuori dal finestrino: a parte il disastro nell’abitacolo...quello che era successo era stato qualcosa di fantastico e infatti da allora finisco sempre col provocarli per venirmi in mano mentre sono alla guida. Nelle settimane successive ho gestito la faccenda allo stesso modo ma ne restava sempre e comunque un po’ sul palmo della mano e così oltre all’esterno e all’interno della portiera finivo per impiastricciare anche il volante ma per fortuna una sera ho capito come risolvere la questione, mi è venuto naturale usare la lingua per ripulirmi e come logica conseguenza di quella prima leccata il giorno dopo ho iniziato a berlo e ingoiarlo tutto vuoi per non lasciarne traccia da nessuna parte vuoi perchè avevo scoperto che mi piaceva tantissimo… il mio sapore. Avevo raggiunto e superato il quarto gradino ma restava sempre la questione di cosa fare con quelle fastidiose mutande quando non c’erano tempo e modo di toglierle o quando uscivo con la sola intenzione di assaggiare un po’ di me stesso. Una sera invece di prendere la macchina per andare a prendere le sigarette sono uscito a piedi ma una volta in strada mi è venuta subito voglia di maialare e pentito sono tornato indietro,quando però ho messo la mano in tasca per prendere le chiavi del cancelletto con un gesto rapido mi sono infilato sotto agli slip liberando i gioielli,ho slacciato il bottone centrale dei jeans e ho fatto comparire la cappella ed entusiasta della pensata sono arrivato al distributore automatico con la fantastica sensazione dell’aria fresca della sera sulla punta del cazzo. Purtroppo però c’era il solito problema: le odiose bastarde tentavano continuamente di tornare al loro posto,spingevano le palle schiacciandole e facendo continuamente rientrare l’uccello e cosa ancora più fastidiosa e dolorosa,l’elastico tirava e mi strappava i peli,ero incazzato nero mi stavano rovinando il nuovo divertimento ma Darwin,il grande teorico dell’evoluzione è venuto in mio soccorso. Sono tornato a casa di corsa e appena rientrato ecco la grande idea,la svolta: ho preso una forbice e ho cominciato a tagliare,prima ho realizzato un taglio verticale sul davanti e vi ho cucito tre bottoni a clip così basta slacciarne uno per far uscire la cappella,un paio per far prendere aria anche ai testicoli e va da se che aprendoli tutti e tre…farsi una sega in macchina,dove comunque preferisco sempre toglierle,o in qualunque altro posto mi fosse venuto in mente sarebbe stato un gioco da ragazzi. Dopo aver finito sono corso in camera dove mi sono guardato e riguardato allo specchio aprendo e chiudendo ripetutamente i bottoni ma non ero del tutto soddisfatto perciò ho eliminato anche la parte posteriore,non bastava ancora c’era qualcosa che stonava in ciò che vedevo poi,ripensando al disegno della scimmia che piano piano,attraverso vari passaggi diventa uomo ho capito cos’era e ho dato il via alla quinta fase: ho preso rasoio e schiuma da barba e mi sono depilato tutto il corpo e da allora a nessun pelo è permesso sopravvivere per più di due giorni. A quel punto ero eccitatissimo,avevo il cazzo in fiamme e non avevo il tempo di prendere l’auto percui sono uscito nudo sul balcone,mi sono sdraiato a terra e poco prima di venire ho sollevato il bacino in modo che lo sperma mi raggiungesse il petto poi mi sono rimesso in piedi lasciandolo scivolare fino alle ginocchia rimanendo soddisfatto a guardarne la velocità di discesa e subito dopo essermi ripulito alla mia maniera...ho indossato il mio capolavoro e sono andato a comperare un’altro pacchetto di sigarette scoprendo quanto sia divertente strofinare le chiappe nude nei pantaloni,sentire il fresco insinuarsi la in mezzo e ho infine capito perchè l’altra metà del cielo ama così tanto i perizomi. Naturalmente navigando in internet ho visto che esiste una buona scelta di intimo maschile e ho fatto i miei bravi acquisti ma continuo a usare e realizzare le mie mutande artigianali che col passare del tempo sono diventate sempre più eccentriche e minimal. La mie ultime creazioni che come tutte le altre lasciano totalmente scoperto il culo,consistono in uno slip da cui ciondolano liberi i testicoli e in un’altro a vita estremamente bassa,con un davanti essenziale e le sue brave clip per poterlo aprire alla svelta,taglio,cucito e rasoio sono state tappe fondamentali sulla mia personale scala evolutiva. Oggi non indosso mai niente di normale sotto ai pantaloni specialmente quando vado a riunioni,corsi o conferenze dove guardandomi attorno ho sempre la certezza di non essere l’unico a divertirsi così,mi piace stare in mezzo alla gente sapendo cosa non ho sotto e mi intriga moltissimo il solo fatto che qualcuno possa avere dei sospetti inoltre,l’idea che per un qualsiasi motivo mi debba spogliare e il pensiero della reazione delle persone alla vista dei miei lavori di bassa sartoria mi eccitano da morire: quella volta che sono dovuto andare al pronto soccorso per via di un banale taglio al braccio,pur sapendo che non era necessario ho sperato che per potermi visitare i dottori mi chiedessero lo stesso di togliermi i vestiti e quando ovviamente non lo hanno fatto ci sono rimasto male e me ne sono tornato a casa bendato,guarito ma molto deluso e per consolarmi mi sono fatto la solita sega a bordo vasca. Tornato l’autunno mi sono reiscritto in palestra e il vedere tutte quelle "cel’hosoloio" coi vestiti e i costumi attillati aggirarsi tra gli attrezzi e la sauna e tutti quei "quantomipiaccio" nudi negli spogliatoi,non ha fatto altro che far aumentare il mio desiderio di maialate. Mi diverto tantissimo a far ammattire un tizio che tenta sempre di guardarmi l’uccello ma è l’unico che non lo ha mai visto dato che gli do sempre le spalle apposta,non ci riesce mai nemmeno nelle docce dove si piazza sempre ma inutilmente davanti alla mia e dove lo stuzzico e lo istigo fino a quando con la coda dell’occhio non vedo che si sposta per cercare di vedere meglio,a quel punto lo illudo girandomi verso di lui ma in un modo o nell’altro riesco sempre a tenerglielo nascosto. Dopo la doccia accentuo sempre la mossa del togliere l’accappatoio e aspetto che mi scrutino attenti per gustarmi ed apprezzare lo sguardo esterrefatto e spesso voglioso di chi cerca peli e non ne trova da nessuna parte,dimentico sempre e volutamente a casa le mutande e dopo aver messo i jeans senza sotto nulla attiro la loro attenzione sbuffando e alzando lo sguardo al soffitto e li stendo togliendoli di nuovo per infilarmi o il miniperizoma bianco trasparente comperato sul web o il mio minimal potenziato a vita ultrabassa che sembra la conchiglia che si usa in certi sport: cucendo l’elastico principale ai due sottogamba sono riuscito a fare in modo che si appoggi appena sopra al cazzo e che al centro delle chiappe si formi un triangolo valorizzatore molto…apprezzato. Cominciavo a volere di più rispetto al "selfmadeexhibitionsex" che praticavo ormai da tempo,desideravo farmi vedere sul serio e la palestra è stata un’ottima...palestra,contemporanemente avevo anche scoperto il piacere di conservare qualche ricordo in modo da poter rivedere ed eventualmente migliorare le mie performance e poco dopo ho iniziato ad avvertire la necessità di trovare qualcuno con la mia stessa "deviopassione" che potesse sostituirsi all’autoscatto però scartati subito le "cel’hosoloio" e i "quantomipiaccio" che mi ispiravano ben poco non sapevo ne chi ne dove ne come cercare i miei simili e in giro,a parte qualche puttana poco vestita non trovavo nessuno: io cercavo gente vera, non freddi bambolotti per squallido sesso a pagamento e tra l’altro,in quel momento non era il sesso il mio obiettivo. La situazione è cambiata quel martedì che sono passato davanti a quella che a prima vista sembrava solo l’ennesima prostituta ma che aveva un nonsochè di particolare,era mora,non molto alta con indosso un giaccone elegante da cui spuntava una gonna non troppo corta sotto la quale c’erano calze nere che si infilavano dentro ad un paio di stivaletti bassi alla caviglia,era diversa ma per come la vedevo io,essendo in una strada piena di troie,doveva esserlo per forza anche lei. Al mio terzo rallentare curioso ha aperto la giacca mostrandomi senza nessun pudore il seno sinistro nudo ma neanche il tempo di fare inversione che era sparita. Sono tornato per settimane in quel posto ma la strana puttana non c’era più poi,ormai in inverno e sempre di martedi eccola di nuovo,vestita più o meno allo stesso modo ma con una giacca chiara col collo di pelliccia e un paio di leggins bianchi. Dovevo vedere meglio quindi mi sono fermato senza le esitazioni della volta prima e senza pensare a come...non ero vestito. Si è avvicinata subito,si è affacciata al finestrino con la giacca ben chiusa e quando ha notato la mia mise ha sorriso: " I miei complimenti per... l’abbigliamento! Tu non lo sai ma è un po’ che ti osservo...settimane credo,fin da quel martedì… ma senza farmi vedere...volevo capire...stai tranquillo,io non faccio la puttana, qui ci sono le altre…cioè le puttane…quelle vere,di mestiere...e quindi è più facile per me venire qui,sono più tranquilla...ma non sempre...comunque vedere la reazione della gente...è divertente, stimolante ed eccitante ma finisce li: rifiuto sempre qualsiasi proposta e tu non hai idea di quante ne ricevo quando i bravi mariti o i buoni padri di famiglia...mi vedono tutta nuda....e inchiodano... come ti ho detto non faccio la troia ma mi piace tantissimo farlo credere. Comunque: adesso mi fai salire che fa freddo?". Mi aveva preso alla sprovvista,non sapevo ne cosa dire ne cosa fare e dato che stavo perdendo tempo prezioso,è salita in macchina senza aspettare la mia risposta. "Alzeresti il vetro…e anche il riscaldamento? Grazie". Non potevo credere a ciò era appena successo e rosso di vergogna perchè era la prima volta che un’altra donna,salvo le mie due ex mogli,mi vedeva l’uccello ho tentato di tirarmi su i pantaloni. "Ma che fai? ah,scusami...hai ragione...comunque: wow,guarda li che roba…dicevo,hai ragione…ne hai vista una sola...tempo fa e anche di sfuggita... quindi eccole qua tutte e due...è giusto così no? Tu fai vedere una cosa...anzi tre...a me e io...ne faccio vedere due a te…siamo simili noi due. Ora vai dai,facciamoci un giro tette all’aria e cazzo di fuori…ma fai qualcosa però...poverino,che mi sembra giù di morale......prima non,non era così....ti dico io dove andare,ti va,si? Ottimo: via allora,si parte....gira a sinistra qui....senti non ti offendere ma te lo dico lo stesso anche se sento che sei diverso dagli altri,meglio se tieni le mani sul volante...". Abbiamo anzi, ha parlato per circa un paio d’ore e tra un gira di qua e un vai di la, un rallenta, un "no non di qui,di la" e un "hai visto quei due sulla Punto,no? Peccato,credo scopassero!" si era fatta l’una. "Sai,prima che mi rubassero la macchina giravo sempre anche io... comunque credo che le foto siano venute bene,potremmo farne altre,magari anche giù o...di giorno,che ne dici,si o no,si? ottimo!" Poi dopo qualche istante di silenzio. "Parcheggia qui,devo dirti una cosa...io,cioè all’inizio,appena salita in macchina,quando eri talmente sorpreso e imbarazzato che prima ti si è ammosciato....e meno male che poi ti si è ripreso…in un attimo... boom! eccolo la di nuovo in piedi....ed è li ancora adesso,wow bello in forma...il ragazzo,porca miseria... proprio niente male...cioè! Ah,si…il discorso di prima,giusto…insomma quando volevi tirar su i pantaloni e poi ti ho detto: tre cose tu...due io...ricordi? E poi quando ti ho raccontato delle proposte...quando sono nuda del tutto...che i porci si fermano...ok, beh…non sono stata del tutto sincera con te…devo spiegarti perchè si fermano e me le fanno…quei bravi timorati di mogli, madri e di loro Signore,credo sia giusto". Mentre parlava si è accomodata meglio appoggiandosi alla portiera poi,girandosi verso di me ha iniziato a slacciare la gonna,in quel momento ho notato la zip che correva lungo tutta la coscia sinistra e la mia invidia verso i capi d’abbigliamento femminili semplici da togliere,è cresciuta a dismisura e per dirla tutta anche qualcosa’altro stava facendo la stessa cosa. "Sei pronto,si o no,si? Ottimo!". Prima di aprire la cerniera ha accavallato le gambe facendomi notare che i leggins erano in realtà calze autoreggenti e a quel punto la crescita del qualcos’altro di cui sopra aveva già superato di gran lunga quella dell’invidia; stavo per raggiungere il livello di sopportazione massimo,mi facevano malissimo le palle e la cappella stava per esplodermi mentre aspettavo ansioso il colpo finale: vederle la passera! ma invece,una volta sfilata la gonna da sotto il culo e allargate le gambe ha tirato fuori un enorme cazzo che sovrastava fiero una coppia di grandi e gonfi testicoli! "Ora capisci?". Sesto e settimo step raggiunti e superati insieme e alla grandissima: non solo l’insospettabile odiamutande depilato amante del proprio liquido seminale aveva trovato una persona con la sua stessa passione ma aveva anche caricato sulla sua macchina quella stessa persona cioè una "non prostituta" esibizionista,simpatica ma decisamente…transessuale! "Ehi,ti va bene che siamo in inverno...sennò sai quante mosche ti entravano in quella bocca li? Sorpreso,deluso,perplesso, scioccato,magari arrabbiato? Scendo e me ne vado se vuoi…tanto abito qui vicino,si o no,no? Ottimo!...quella bocca li,chiudila però…". Siamo rimasti un’altra ora seduti seminudi in macchina a parlare ma ovviamente era principalmente lei/lui a farlo,non io che ero distratto dal confronto mentale tra il mio e quel mostro di carne turgida seduto alla mia destra. "Allora: amici? si o no,si? Ottimo! Senti...la cosa che ti dicevo prima...quella di andare in un posto dove ci si può divertire tranquillamente…alla nostra maniera,resta valida... sempre che tu non ti faccia problemi a farti vedere con una come me però...perchè la,in quel posto mi spoglio sia chiaro...come così? nooo,ma va…di più cioè,via tutto...e se siamo li insieme...ci guardano e sai com’è fatta la gente,no? Quando sono la…non immagini che richieste fanno,le cose che vorrebbero fare,i sogni e le confessioni peccaminose che sento...le perversioni…io me la godo ma non faccio nulla con quelli...faccio quel che fai tu,a casa mia ma da sola: mi devo pur sfogare,no? Ma forse non sei pronto per…come lo chiami ? step,stadio,gradino? A che numero sei arrivato,cinque? Ah,con me,cioè...con stasera sette… comunque vedi tu,se sei qui venerdi alle ventidue e trenta bene sennò vado da sola,prendo il taxi perchè te l’ho detto che non più ho la macchina...ormai ho deciso". Prima di andarsene con la gonna in mano,la giacca aperta e tutto quanto in bella vista mi ha dato il suo numero e mi ha detto di trovare un buon posto tranquillo dove sfogare l’eccitazione della serata perchè a parer suo ne avevo davvero bisogno e in effetti aveva ragione,non lo avevo così gonfio,duro e dolorante da secoli. Ancora frastornato da ciò che avevo visto e fatto ho messo in moto l’auto ma dopo meno di cento metri l’eccitazione di cui sopra è esplosa da sola sorprendendomi a tal punto che mi sono dovuto fermare per riprendere fiato,avevo combinato un gran casino come,anzi di più di quella volta di ritorno dalla statale ma stranamente ho ripulito l’abitacolo con uno straccio,mi sono rivestito e sono andato via perplesso,col cervello vuoto e senza pensieri. I tre giorni successivi li ho passati chiuso in casa nudo rifuggendo la decisione riguardo il venerdi che stava arrivando veloce, ero pieno di dubbi,non sapevo se avrei trovato il coraggio ma l’adrenalina saliva a mille ogni volta che ci pensavo e cercare di distrarmi facendomi le seghe con youporn,prevalentemente con video girati all’aperto o con abbondanti spruzzate,la mia passione,non era d’aiuto e sopratutto: non era la stessa cosa. L’evoluzione rischiava di subire uno stop ma sapevo che Darwin non lo avrebbe permesso e infatti quella sera mi ha spinto fuori casa e ben prima dell’ora prevista ho parcheggiato sotto casa sua."Eccoti qua! ciao…andiamo? Come mai con su i pantaloni,non avrai mica messo i…normali vero? Dubbi?...capisco,li avevo anche io la prima volta…ma poi…dai,tranquillo...io faccio,tu guardi e se preferisci stai in macchina...decidi con calma...se non te la senti non è un problema. Ci stai,si o no, si? Ottimo!". Indossava un cappotto di media lunghezza,la gonna con la zip,un paio di scarpe aperte col tacco e,cosa che ho potuto notare da solo,niente calze ma sopratutto niente camicia,cosa che invece mi ha fatto presente durante il viaggio dato che lo ha fatto tutto col seno di fuori. Dopo tutta una serie di gira a sinistra,a destra,esci qui e vai di la,siamo arrivati e passato qualche minuto in silenziosa meditazione ha aperto la portiera. "Vado! Fammi gli auguri,goditi lo spettacolo e…basta,ciao a dopo". Sul posto era già presente una piccola folla che è andata via via aumentando non appena ha iniziato ad ancheggiare avanti e indietro a bordo strada,comparivano come dal nulla mentre agitava voluttuosamente i lunghi capelli mori slanciando la testa all’indietro,si affannavano con bottoni e cerniere quando faceva scendere lentamente il cappotto appena sotto le spalle mostrando il decolletè, la/lo seguivano con gli uccelli in mano quando riprendeva a passeggiare,sgomitavano per assicurarsi il posto migliore quando faceva emergere una tetta alla volta dando tempo ai grossi capezzoli di inturgidirsi per il freddo e muovevano convinti teste e mani in segno di approvazione quando le mostrava tutte e due contemporaneamente. Il pubblico aumentava di minuto in minuto e quando sembrava non mancare più nessuno la gonna è scivolata a terra e dopo aver lanciato via il cappotto,con indosso solo le scarpe,lisciandosi la chioma e camminando come una modella è andata/o ad appoggiarsi lascivamente ad un’albero,ha alzato le braccia trascinandosi dietro nel movimento le sostanziose tette poi,piantando il tacco nella corteccia ha sollevato la gamba sinistra e ha iniziato a farlo pulsare fino a portarne la cappella ben oltre l’ombelico. Giunti a questo punto la quasi totalità del suo pubblico la/lo ammirava con i calzoni alle caviglie e l’uccello in mano e mentre una piccola processione di questuanti continuava ad alternarsi al suo cospetto sono sceso dall’auto completamente nudo e mi sono avvicinato al suo palco senza nemmeno accorgermene. "Visto? Ottavo stadio raggiunto! Ed è stato facile…che dici,si o no,si? Ottimo!... ora andiamo via prima di prenderci un raffreddore...voialtri: continuate pure da soli". Prima di avviarci verso l’auto mi ha messo un braccio intorno alla vita e le labbra vicine all’orecchio. "Posso metterti una mano sul culo,si o no,si? Ottimo! fallo anche tu…dai che li facciamo impazzire di invidia se ce ne andiamo via così...". Ero convinto fossero passati dieci minuti da quando avevo parcheggiato ma invece era già l’una passata. "Faceva troppo freddo,più di così non potevo resistere,sai che fatica ho fatto a farlo venire su e a tenerlo dritto li per un’ora? Certo,tutti quei segaioli che mi imploravano di darglielo, di prenderglielo e che volevano strizzare,leccarmi e succhiarmi,toccare e viceversa bla,bla,bla aiutava...ma l’hai visto quello grande e grosso ma con l’uccellino della terza elementare? se lo menava con tre sole dita...le altre due gli avanzavano...pensa che mi ha offerto ben venti euro per fargli... beh…un lavoretto di bocca...e altrettanti se volevo che mi ricambiasse il favore,ma lui di mano... che sfigato del cazzo,ma dico: faccio la troia io? e secondo te mi serve? Sono tutta gelata ma ce l’ho in tiro ancora adesso!". Ci siamo diretti alla macchina fermandoci a recuperare gli abiti che aveva lasciato cadere sul marciapiede ma una volta arrivati siamo rimasti a guardarci in faccia per un po’,non trovavo le chiavi,non ricordavo che prima di scendere,non avendo tasche a disposizione...le avevo infilate tra le stringhe di una scarpa. "Che aspetti? apri,apri,apri....cazzo che gelo...aahhh,grazie al cielo! Spostiamoci da qui sennò ce li ritroviamo ancora tutti intorno...e quelli son capaci di sporcarti l’auto....fidati! vai laggiù che ci risistemiamo: Alzi il riscaldamento?". Battendo i denti ma senza smettere un’attimo di parlare ha indossato un paio di autoreggenti,gli stivaletti imbottiti di pelo e un maglione presi dalla borsa ma mentre il mio aveva cercato subito un posto dove riscaldarsi,il suo era rimasto impettito e sbucava dal cappotto come fosse il periscopio di un sommergibile. "E il primo a sinistra? quello con la…pelliccia…ma dai che schifo...ma come fa a trovarlo? E poi quei due,quei due che se lo menavano a vicenda che dopo son spariti dietro la siepe? E poi c’era il biondino vicino a te,quello che non sapeva più dove girarsi…e smanettava come un matto...risultato zero però,sfigato del cazzo anche lui…In che senso quale biondino vicino a me? Quello che ha raccolto i miei vestiti? si è messo in ginocchio?...con la bocca spalancata? in attesa che...? incantato? Beh aveva ragione,a dirla tutta erano spettacolari uno a fianco all’altro…comunque: quello che poi ci ha rincorso fino all’auto e intanto che tu cercavi le…tasche….ci ha implorato…una cosa a tre? lui in mezzo ovviamente… ma come non hai ne visto ne sentito nulla? Non ho parole....ma dove sei stato tutta sera? Ti sei accorto almeno che eravamo nudi in mezzo a una strada e che io ho le tette,belle peraltro...ma anche il cazzo? Ah...meno male… comunque secondo me al biondino piacevi di più tu...non ti staccava gli occhi di dosso,son sicura che gli sarebbe piaciuto...sai…una cosa tipo mi siedo li sopra…su quel…coso…poi vado un po’ su e giù e poi un po’ di più su e molto di più giù e poi…che c’è? ok, ok…la smetto…mamma mia che permaloso…però dai povero biondino....no? No! retrogrado...". Più tardi,dopo che anche il periscopio era rientrato in cambusa,ha infilato un perizoma. "Che c’è? E’ surgelato! e poi per oggi è stato fuori abbastanza non credi?". Da quella sera siamo diventati complici e pur avendo continuato ognuno con la propria vita,abbiamo preso a vederci spesso e ci divertiamo come matti ma di comune accordo abbiamo deciso di non tornare più in quel posto almeno fino all’arrivo della bella stagione,nessuno dei due ha voglia di perdere tempo a scongelarsi le palle un’altra volta. Durante tutto questo periodo,l’evoluzione sembrava aver subito un nuovo stop ma in realtà aveva avuto solo bisogno di un po’ di tempo per adattarsi alla nuova situazione e non ci avrebbe messo molto a rimettersi in moto. "Pronto, ciao...ho una grande novità,che fai? Passi a prendermi,si o no,si? Ottimo!". Convinto di uscire per una normale scorribanda,sopra alla mia ultima creazione cioè il nuovissimo minimal a bottoni laterali rapido da togliere e quindi ottimo per favorire l’attività di "evasione dell’attrezzatura",ho messo la solita camicia e un normalissimo paio di jeans,invece lei/lui aveva deciso di non essere per nulla appariscente....infatti aveva indossato un paio di scarpe lucide color blu elettrico e il vestito,talmente stretto e corto che più di così faceva prima a non metterlo,era un miniabito rosso che iniziava sotto le ascelle e da cui il culo e le grandi tette tentavano continuamente di fuggire e mentre aureole e capezzoli non facevano nulla per nascondersi,laggiù in basso c’era calma piatta: tutto diritto e liscio come se non ci fosse mai stato nulla."Ehi: ti si è rotta la mascella...di nuovo...guarda che ormai fa caldo e...ci sono in giro le mosche...". Ero scioccato e non riuscivo a fare a meno di guardare…laggiù. "Che c’è? Si,si...ok...va bene mi hai scoperto perciò...lo confesso: ho il perizoma! Sennò mi salta fuori da sotto,lo vedi come mi son messa giù,no? E’...è piuttosto…corto cioè…lungo,corto...no il coso ce l’ho lungo… aarrgghh...cosocorto,corto...il cosovestito è corto!...altro coso? si,lo so bene che lo sai e che hai visto l’altro coso e si,ovvio che anche io lo vogl… aarrgghh…porca miseria...visto,visto!...anche io l’ho visto il coso...il tuo coso…comunque più tardi,cioè dopo...il coso lo tolgo...ma come quale dei cosi tolgo?...ma il coso li quell’altro,il copricooo...ma dai…che stronzo! piantala di incasinarmi...ma come chi? Tu e il tuo…coso!". Mentre si incasinava ha aperto leggermente le cosce dando modo al bordo del vestito di ritirarsi quei due centimetri sufficienti a mostrarmi che lo strumento di costrizione che aveva indossato era dello stesso colore delle scarpe ma molto,molto,molto più...trasparente e inaspettatamente quella visione,unitamente all’odore particolare che si era diffuso nell’abitacolo non appena lei/lui aveva chiuso la portiera,avevano provocato una anomala vampata di calore e un certo tipo di movimento estemporaneo tra le mie di cosce. "Comunque: ti piaccio così,si o no,si? Ottimo! Dunque,senti...è vero che un po’ lontano ma conosco un posto,è carino,dove nessuno farà caso a...a che io...sono,sono un insomma…una...e che tu invece sei un...uno...quindi che noi insieme insomma…siamo insieme tipo…una strana coppia...cioè non nel senso che stiamo insieme…ma che insieme siamo...in due...innegabile no? …cazzo,imbarazzante… allora,ti va ‘sta birra,si o no,si? Ottimo!". In effetti l’altra metà della strana coppia aveva ragione,il locale era bello e una volta pagato l’ingresso,trovato un tavolo e ordinati una birra scura e un analcolico non gasato ad una bella cameriera mulatta,nessuno ha più fatto caso a noi e la serata è corsa via rapida e piacevole tra un racconto,una battuta,molte chiacchere e tante risate: ero a mio agio e non mi è mai venuto in mente che quella sensazionale strafiga seduta con me fosse in realtà un...maschio. La novità che aveva per me era che dal prossimo mese avremmo fatto a turno con la macchina infatti,essendo arrivati i soldi dall’assicurazione ne aveva ordinata una nuova,l’aveva scelta piccola ma abbastanza spaziosa e comoda per le nostre attività preferite cioè spogliarelli e fotografie. Verso mezzanotte però ha avvicinato la sua sedia alla mia e dopo avermi arpionato l’avambraccio con le unghie ben curate e circondato il braccio con le grandi tette ribadendo e ci teneva a farlo,che erano l’unica cosa finta che aveva mentre erano tutta roba sua sia le chiappe che il…coso laggiù,mi ha appoggiato le labbra,naturali anche loro,all’orecchio per sussurrarmi a bassa voce che la seconda novità era che desiderava tanto imparare il trucco della venuta in mano alla guida cioè quella mossa di cui aveva tanto sentito parlare ma che non aveva mai avuto occasione di vedere perchè durante tutto il tempo in cui ci eravamo frequentati non eravamo mai andati oltre al puro e semplice piacere di esibirci insieme e nessuno dei due aveva mai pensato ad altro: o almeno così credevo io. Quella sera però l’aveva studiata bene e se in un’altro momento sarei stato capace di soprassedere,dire di no e cambiare discorso,davanti a quel microvestito,ai tacchi,al profumo e a quello stuzzicante sistema di protezione dell’avifauna…non ho potuto far altro che cedere e dire va bene. "Quindi,si ? allora dopo me lo fai tocc…cioè,no…aspetta…volevo dire me lo fai prov…aarrgghh… ancora…cazzo…che imbarazzo,di nuovo...dunque…ok ,calma…si, prendo fiato…ecco,quindi,due punti…mifaivederecomesifasionosi? Ottimo! Wow…allora: che ci facciamo ancora qui,andiamo no? ". Credo fossimo ancora sotto al fascio di luce che illuminava porta e buttafuori quando ha sfilato il perizoma e subito dopo averlo ripiegato accuratamente perchè non voleva che si rovinasse dato che era costato un…tot,lo ha infilato nella pochette,anch’essa in tinta con scarpe e cosocopricoso e con la mano libera ha furbescamente indirizzato il mio sguardo proprio laggiù ottenendo sia la mia attenzione che di lasciarmi a bocca aperta un’altra volta. "Che c’è? te l’avevo detto che ce l’ho…corto...il coso…il cosovestito cioè e vedi che se non mettevo il cosocopricoso,veniva fuori l’altro coso...il cosolungo.. comunque adesso che ho tolto quel coso...che hai ancora da lamentarti?". Guardavo allibito,non capivo come avesse potuto tener nascosta così bene tutta quella roba e non potevo credere che non appena aperta la gabbia il grosso gonfiore dei suoi testicoli e almeno metà dei vari centimetri a sua disposizione fossero spuntati così facilmente da sotto il bordo del miniabito rosso ma sopratutto non comprendevo come fosse possibile che nell’arco di pochi brevissimi istanti quella incredibile meraviglia iniziasse a pulsare e si mostrasse in tutto il suo poderoso splendore senza nemmeno essere stata sfiorata: ammetto che quella scena eccezionale ha provocato una vampata di calore ben più intensa di quella di prima e un movimento un po’ meno estemporaneo all’interno dei miei minimal divenuti improvvisamente troppo...minimal. "Ho l’impressione di averti sconvolto...di nuovo...ho ragione,si o no,si? Wow,seconda volta…grandioso!". A braccia conserte,tacchi ben piantati nell’asfalto,periscopio all’insù e senza far caso ai lusinghieri e invidiosi commenti di tutti quelli e quelle che passavano,ha aspettato...poco pazientemente che finissi di fumare. " Allora che si fa,andiamo si o no?...dai che voglio gus...cioè,cazzo...guidare,mi fai guidare dopo? come dopo quando? Dopo! dopo che ho lec…no! che ho bev...aarrgghh cazzo…insomma... dopo che ho imparato a fare quella cosa...". Mentre si incasinava da sola…di nuovo,mi ha sottratto le chiavi impedendomi di accendere la macchina e dopo essersi calmata ha ascoltato attentamente con la portiera aperta e il periscopio turgido in bella vista,la lezione teorica che mi aveva chiesto mentre si metteva comoda sul sedile ma non contenta della prima spiegazione,ha preteso diverse repliche ognuna delle quali con maggior dovizia di particolari. "Che c’è? voglio esser sicura di aver capito...e poi non dovresti toglierti i...insomma,come faccio a capire come funziona quel discorso se non mi fai vedere come si usa...il...coso,no?". In effetti aveva ragione,ormai eravamo nel nostro regno quindi: che ci facevo ancora vestito? ho cominciato sbottonando il minimal e sollevando leggermente il bacino l’ho estratto facilmente attraverso la zip aperta; ero davvero molto soddisfatto perchè era proprio ciò a cui miravo quando lo avevo creato; ho slacciato il bottone,ho abbassato i jeans alle caviglie e intanto che mi andava in tiro…ho rispiegato il tutto un’altra volta. "Ok,vediamo se ho capito...quindi: metto la mano a cucchiaio sul dietro,sotto...verso la...la cosa li,insomma...la cappella...e non uso il pollice per...cioè lo lascio fuori... così? lo adopero dopo tipo...tappo...per evitare lo spr...il casino sul cruscotto,giusto? Poi stringo,aspetto un’attimo cosi non...spr...fa disastri in giro...e poi,poi...che faccio? bevo,lecco e mando giù,giusto?". Dopo avermi chiesto per l’ennesima volta di ripetere la lezione mimando i gesti...mi ha ridato le chiavi,ha chiuso la portiera e finalmente verso l’una sono riuscito ad andarmene da quel parcheggio ma ho passato parecchi chilometri a far vedere e rivedere ancora e ancora la posizione corretta della mano e il movimento lento e dolce del polso poi,quando mi ero convinto che stesse arrivando il momento di stringere,abbassare il pollice e gustare il giusto premio che dopo tanta fatica immaginavo caldo, denso e favolosamente saporito non è successo nulla di tutto ciò perchè proprio l’istante prima me lo ha tolto di mano,ha messo giù la testa e ha succhiato,aspirato,leccato,bevuto e mandato giù tutto al posto mio: me l’aveva fatta! "Ooops....si,si...lo so...lo so...ok,ok,ok lo ammetto...ti ho imbrogliato,te l’ho fatta...va bene,ok,si...si apposta! Che c’è? Che ti lamenti? come nono step... andava bene,vero si o no,si? si! grandioso…". La stavo ancora fulminando con gli occhi non tanto per avermelo preso in bocca a tradimento ma più che altro per esserselo divorato tutto senza farmene assaggiare nemmeno una goccia,quando ha riempito d’aria i polmoni e dopo un’attimo di imbarazzato silenzio e forse per la paura di non farcela,ha sparato fuori il vero scopo della serata sotto forma di domanda senza un minimo di punteggiatura tra una parola a l’altra. "Vuoifarsessoconmestaseracioèadessosionosiverosi?...grandioso! Allora parcheggia...che siamo arrivati,abito qui,ricordi?". Nemmeno il tempo di spegnere il motore che già mi aspettava trepidante sul marciapiede col periscopio ben dritto a controllare i dintorni. "Che c’è? muoviti dai,vieni...ma che fai?...senza su...tanto non c’è in giro nessuno...wow! guarda la che roba...non lo avevo visto prima...mi piace l’anello che hai messo la intorno! posso abbracciarti come l’altra volta,si o no,si? Grandioso!". Era solo un’altro trucco e infatti a inizio cortile la sua mano si è insinuata tra le mie natiche e subito dopo un dito furtivo ha cominciato a spingersi verso l’alto. "Che c’è? Sai …hai il culo più bello del mio…perciò…ecco". Apprezzando il complimento inizialmente l’ho lasciata fare ma passato il primo momento di piacevole stupore ho vendicato quello che comunque ritenevo un affronto,restituendolo con gli interessi. "Sai dicevo...wooow, siii...bello! volevo dirtelo già quella sera wooowoowow...dai? due!! ...uufff...ci sai fare...uufff... bello...wow...ma non potevo pensarci prima? come a...uufff...cosa?...a...a...uufff…tutto questo... no?...wow...mi pi-pia…wow... pia-piace…wooowoowow...tre!!! ...uufff...e a ‘sto punto direi: grandioso!". Abbiamo attraversato il resto del cortile con tutta la calma del mondo che tanto gli unici altri inquilini di quella casa,i vecchi del piano di sotto,russavano ormai da ore e due passi avanti e quattro indietro abbiamo finalmente raggiunto la porta del suo appartamento. "A-ssspetta,uufff...ff-ferma…u-un aa-tti-mo… che…wow…n-non rie-esco...wow...t-tro-va-a-re... prende-ere…inf-fi-la-a-are...chia-a-a-wow-wi... ma che...wow…è, è…gra-grand-di-o-oso!". Mi divertivo,era davvero… grandioso eccitarla,sentirla ansimare e sproloquiare a quel modo,infatti non avevo alcuna intenzione di darle retta e quindi ci abbiamo messo un pò ad aprire la porta ma non appena compiuta la difficile impresa di entrare, dopo aver buttato a terra i pantaloni ed essermi liberato della camicia è stato facile spingerla contro il muro e abbassarle il vestito fin sotto le tette perchè non capiva nulla,si era persa sul pianeta "Goduria". Istintivamente,come aveva fatto quella sera contro l’albero,ha alzato le braccia e incrociando i polsi mi ha invitato a sfilarle l’abito: peccato che nella foga del momento al posto che tirarlo in su l’ho tirato in giù e va da se che è rimastro incastrato sul periscopio,preso dalla fretta e dall’eccitazione ho ritentato la stessa mossa una mezza dozzina di volte,senza successo e senza riuscire a capire perchè quel maledetto minicoso rosso non volesse saperne di togliersi dai miei coglioni,non ci sono arrivato nemmeno quando ho sentito un qualcosa di rigido ma allo stesso tempo morbido e caldo,sbattere ripetutamente contro il mio stomaco ne quando quello stesso qualcosa ha iniziato a combattere un duello medievale...contro quel qualcos’altro che spuntava impettito,mai avuto così,da in mezzo alle mie gambe. Solo quando lei/lui ha cominciato a ridere di gusto e ha guardato verso il basso indicandomi il problema mi sono reso conto di quanto ridicola fosse la situazione. "Capito perchè non scende,si o no,si?… ottimo! …faccio io dai…che non sei capace…". Dopo aver tolto e aver lanciato via con una mossa sensuale quello stupido e poco collaborativo straccetto rosso ha riposizionato le braccia in alto e chiudendo gli occhi,mi ha offerto il seno. "Stringilo,schiaccialo, mangialo...insomma…carta...wow ...bianca..fa quel che che vuwowuoi.". Scivolando sulla sua pelle calda le mie mani sono risalite dai suoi fianchi tondi fino alle sue ascelle lisce poi hanno proseguito,raggiunto,circondato,accarezzato, spinto e schiacciato l’una contro l’altra le sue solide tette ma il loro vero scopo era arrivare ai capezzoli per strizzarli e arrotolarli fino a quando,ben allungati e inturgiditi non fossero stati pronti per essere leccati,succhiati e morsicati: era una delle poche cose che la prima delle mie ex mogli apprezzava e mi lasciava fare,ero un esperto e mi riusciva benissimo. "Wow...bellissimo! no-non prooovare...ne-eanche...a,a pens-are...uufff...di, di...wowwow...sssmeettere...". Ero preparato a sentire il suo respiro farsi sempre più affannoso ma non ero pronto a vedere il suo cuore accelerare così tanto da far rimbalzare come avesse vita propria il seno sinistro,ero estasiato,intimorito e d’istinto ho tolto le mani per poter vedere meglio ma poi,per non lasciarle li senza far niente,le ho fatte scorrere lungo il suo corpo accaldato e fremente fino a farle arrivare laggiù dove le attendeva,eccitatissimo e pulsante,il periscopio. Senza degnarlo di alcuna attenzione le mani hanno continuato ognuna per la sua strada e mentre una è andata ad accogliere i grandi testicoli nel suo palmo e usava pollice e medio per tenerli separati,l’altra è tornata ad insinuarsi tra le sue natiche trovando rapidamente l’accesso all’area C...e insieme alla lingua sui capezzoli,le mani hanno continuato ad agire spensierate anche quando hanno sentito il suo inguine eccitato iniziare a vibrare. "Wow...wowoow....wooowoowooooww… Ooopps...scusa… scusascusascusa...colpa...tua comunque: wowowow... grandioso!" All’improvviso il periscopio si era trasformato in un grosso cannone,aveva esploso un colpo caldo,viscido e colloso e mi aveva colpito senza pietà sotto il petto,ero sorpreso da tanta abbondanza e prima che tutto quel bendidio iniziasse a colare e andasse sprecato raffreddandosi troppo ne ho raccolto quanto più possibile e gliel’ho spalmato sui seni ma non appena ho iniziato a ripulirle le tette alla mia maniera,ha iniziato a lamentarsi. "Ma a me…niente? egoista...dai solo un po’...poco…si? wow: dolce,ottimo...come già finito?". Non credevo fosse possibile ma mentre mi leccava avidamente le dita e io assaporavo il suo sapore direttamente dalla sua pelle,il periscopio cannone era già risalito in superfice pronto a sparare ancora e nel giro di qualche secondo aveva già ricominciato a duellare come aveva fatto prima durante l’imbarazzante tentativo di spogliarla del vestito ma stavolta,non appena mi si è piantato nello stomaco ho capito cosa dovevo fare: dovevo evolvermi. Stavo per entrare in una zona inesplorata però,le mie ex mogli erano entrambe abbastanza puritane e nessuna delle due mi aveva mai dato il culo,solo la seconda a volte vi ospitava un dito anche se preferiva decisamente farsi stropicciare la passera… e comunque era sicuramente meglio lei dell’altra,la stronza,che invece: tutto al buio,tutto alla svelta e mai neanche un pompino. Considerato tutto questo,non sapevo bene ne come fare ne come comportarmi quindi ho inventato,dopo averla fatta girare su se stessa le ho spinto le tette contro il muro,ho impugnato la mia arma e ho cominciato a strofinargliela su e giù tra le chiappe sode ma nonostante le mie intenzioni fossero anche le sue fin da inizio serata,per un momento ha tentato lo stesso di divincolarsi poi,non saprei dire se sia stata l’eccitazione o il lungo lavoro che le mie dita avevano fatto in precedenza,se siano state le mie mani strette sui suoi fianchi o il periscopio cannone che o sfondava il muro o mi facilitava il lavoro obbligandola a tenere inarcata la schiena,ma non appena ha sentito la mia cappella appoggiarsi e iniziare a farsi largo ha smesso di opporre resistenza e tutto è diventato facile e per usare una parola decisamente abusata negli ultimi tempi...grandioso! "Ok...uufff...io mai…tu...si? wow...no? Giura? ma...fai...piano,vero?...wow...ok,ok,ok sto...wow...c-calma...uufff...comunque…piano,si? ok,si ss-ssono si…più... tra-tranqui-illa...ok...c-carta...bianca... ma se…prima…cioè dopo,quando…wow…ma se facciamo…ancora un minu…momento second... attimwoooowowowoooowoowow: grandioso!". Mi sono spinto subito più in fondo che potevo ma poi sono rimasto fermo senza far niente per poter godere il più a lungo possibile di quella sensazione meravigliosa,del calore della sua pelle e del contatto con la rotondità delle sue natiche ma ovviamente lei/lui ha cominciato subito a lamentarsi "Ehi tu,la dietro: che ci faccio io qui con le tette contro un muro e il mio primo uccello piantato nel culo se tu te ne stai li fermo a...pensarci su? ". Il rimbrotto mi ha risvegliato dall’estasi in cui ero caduto,ho iniziato muovermi sempre più rapidamente afferrandole l’inguine per tirarla e trattenerla a me ogni volta che affondavo i colpi,ad accarezzarle le cosce e il ventre,andavo su a mani aperte verso il petto prosperoso per poterle palpeggiare le tette e arpionarle i capezzoli tra le nocche delle dita e poi scendevo giù a massaggiarle i testicoli e ho continuato fino a quando mi ha fatto fare un qualcosa che fino a quel momento avevo sempre aggirato ed evitato: ha diretto la mia mano ad accarezzare,impugnare e agitarle un po’ il periscopio cannone. Era la prima volta che toccavo un cazzo che non fosse il mio e pur piacendomi molto ciò che mi ero improvvisamente ritrovato in mano e ciò che stavo facendo,non riuscivo a fare bene due cose insieme quindi considerando anche il fatto che non sapevo quanto tempo e sopratutto quanti colpi avessi ancora a disposizione,ho rallentato e per sicurezza mi sono fermato,dovevo riposarmi per allontanare il più possibile la fine di quella fantastica esperienza inoltre,per essere onesto volevo dedicarmi un po’ meglio alle sensazioni che il periscopio cannone mi stava dando ma qualcuno ha avuto presto da dire e non era per niente d’accordo riguardo la scelta che avevo appena fatto. "Hei tu,che fai? ah no sai? Avanti,torna immediatamente...indietro dove eri prima e…woooowooowoowow...grandioso!". Dopo una ventina più che abbondante di uufff e di altrettanti wooowoowow,che nel suo linguaggio significano...fuori e dentro...ero al punto di prima,indeciso se continuare o sparare la mia cartuccia ma un colpo di natiche ben assestato mi ha spinto via e mi ha sollevato dal prendere la difficile decisione. Come già aveva fatto in macchina ha messo giù la testa e lo ha inghiottito in un’attimo facendolo scomparire completamente ma stavolta avendo più spazio,è andata oltre e infatti,dopo avermi pinzato i coglioni tra le dita e avermi infilato il medio più in alto che poteva,ha premuto il grilletto attendendo impaziente lo sparo poi mentre si rialzava soddisfatta spingendo la testa all’indietro per risistemarsi i capelli sudati,l’ho sentita deglutire e l’ho vista leccarsi le labbra. Nessuna,tantomeno quelle due cretine delle mie ex mogli mi aveva mai fatto esplodere così. Neanche il tempo di prender fiato e di capire cosa fosse successo che,camminando all’indietro trascinandomi e tirandomi per le palle attraverso il lungo corridoio,me lo aveva già ripreso in bocca e io non potevo credere che le mie armi che credevo ormai scariche,stessero invece già dando segni di vita. "Doccia e poi….ancora,si o no,si? Grandioso!". Sotto un piacevole getto di acqua tiepida la sua lingua guizzava entusiasta e felice su e giù lungo la mia spada mentre le sue dita rovistavano ovunque regalandomi il più bel pompino che avessi mai avuto,era tutto perfetto ed entusiasmante ma stava esagerando e se non avesse smesso subito mi sarei lasciato andare alla svelta e senza dubbio sarebbe finito tutto li. Per fortuna se ne è accorta e mi concesso qualche minuto di tregua ma non riuscendo a tenere le mani a posto ha ripreso presto a maneggiarmi i testicoli come fossero palline antistress poi,anche se mi sentivo come un cagnolino al guinzaglio ho lasciato che me li afferrasse di nuovo e che mi conducesse tutto bagnato fino alla camera da letto. Mi è montata subito sopra e immediatamente mentre l’incavo caldo tra le sue natiche si è adattato perfettamente alla forma temporaneamente inerte della mia arma,i suoi grandi e morbidi testicoli si sono adagiati a coprire,quasi a proteggere,la mia cappella arrossata,i suoi capezzoli hanno iniziato a guardare il soffitto,cosa che in tutto quel tempo il periscopio cannone non aveva mai rinunciato a fare quindi,dopo essersi appoggiata al mio petto,ha cominciato un lento e sinuoso movimento di anche. Me la stavo godendo un mondo e infatti avevo sistemato le mani tra la testa e il cuscino,chiuso gli occhi e raccolto le gambe per impedirle di scivolare via perchè era la miglior falsa scopata della mia vita e non desideravo altro che continuasse all’infinito ma non era comoda e quando ha cercato di sistemarsi meglio tirando indietro le ginocchia e sollevando il culo,la mia cappella le è rimasta agganciata ai testicoli e poco dopo il mio uccello,duro e carico come una molla,è ricaduto sulla mia pancia facendo lo stesso rumore di quando alle medie usavamo gli asciugamani a mò di elastico per colpirci le chiappe. Essendo perso nel mio personale paradiso ho pensato che la cosa facesse parte del gioco e nemmeno quando lo ha rifatto e ha cominciato a ridere di gusto mi sono risvegliato,ho aperto gli occhi ritrovandomi improvvisamente al buio solo quando l’ho sentita gattonare sul letto e ci ho messo un po’ a capire che a fare ombra sopra di me c’erano le sue tette e i suoi capelli e a notare che pericolosamente vicino al mio viso c’era...il periscopio cannone! E’ inutile pensare che non l’avesse messo li apposta,quindi perchè rinunciare alla possibilità di evolvermi ancora quando ne avevo l’occasione a portata di...bocca? "Hei: guarda che ti entra...no le moschwooowoowow...grandioso!". Fino a quel momento non avevo mai avuto un cazzo in bocca ne avevo mai pensato di mettercene uno perciò mi ha stupito la sensazione che dava il passarci sopra la lingua e il piacere che provavo nel leccarlo,mordicchiarlo e succhiarlo,mi ha colpito la differenza tra il morbido calore della punta e il rigido turgore dell’asta,mi ha subito appassionato la bontà agrodolce che sentivo sul palato e che diventava più gustosa e saporita ogniqualvolta qualche goccia di liquido untuoso ne fuoriusciva e mi piaceva talmente tanto quel suo sapore così simile ma al contempo totalmente diverso dal mio che dovevo averne di più ma essendo incastrato sotto di lei/lui che non aveva nessuna intenzione di spostarsi ho pensato che per ottenere ciò che volevo avrei dovuto inventarmi qualcosa. La prima cosa che mi è venuta in mente di fare è stata afferrarle le natiche,allargarle e infilarvi in mezzo quante più dita potevo così da farla sussultare in avanti per lo spazio e il tempo necessario a serrare meglio le mie labbra intorno alla canna del periscopio cannone,una volta raggiunto lo scopo,ho iniziato a passarle e ripassarle la lingua sul glande stuzzicandole a lungo il filetto e la punta e provando perfino a penetrare dentro all’orifizio,le ho aspirato e risucchiato la pelle per potervi infilare la lingua e farla scivolare tra la stessa e la carne morbida e rosata della cappella,farla girare tutt’intorno e trattenerla coi denti ogni volta che provava a muoversi e ho continuato così fino al momento dello sparo. "Wooooowoooowooowoowow...grandioso!". Non potevo credere di averlo fatto e sopratutto che mi fosse venuto così naturale,stavo ancora finendo di ingurgitare il risultato della mia invenzione che ho visto il periscopio cannone ricominciare a controllare i dintorni preparandosi per una nuova battaglia e avevo appena deglutito quando,prima che diventasse troppo lungo,duro e rigido per essere manovrato,lei/lui me lo ha passato sulle labbra strizzandolo per farne uscire le ultime gocce,le più saporite. Dopo essere tornata a sedersi sui miei gioielli ha ripreso il sinuoso movimento di anche poi,soddisfatta di ciò che sentiva crescerle tra le chiappe,si è alzata,è andata ad inginocchiarsi sul bordo del letto,mi ha messo le mani sulle ginocchia e facendo scorrere le mani sull’interno coscia mi ha aperto le gambe,vi si è infilata in mezzo e ha iniziato a risucchiarmi i coglioni tirandoli il più possibile per far si che il mio amico guardasse il soffitto poi apriva la bocca e lo lasciava ricadere per sentire ancora il rumore dell’asciugamano: si divertiva così tanto che lo avrà rifatto almeno una dozzina di volte e ha smesso solo quando le ho fatto presente che non erano palline di gomma... Dopo aver sbuffato,avermi dato del rompiscatole e averlo fatto un’ultima volta…ha ripreso a rovistare con le dita e fermandosi di tanto in tanto a mordicchiarne la pelle,ha cominciato a far scorrere la lingua su e giù dallo scroto fino alla cappella dove con scarso successo,tentava di replicare la mie mosse,ad un certo punto si è afferrata i seni e ha iniziato a farli scivolare lentamente lungo il mio corpo ma giusto poco prima che i suoi capezzoli arrivassero a contatto coi miei il suo lento risalire si è arrestato all’improvviso: il periscopio cannone si era incastrato,era bloccato proprio li…dove lei/lui voleva. Dolcemente e senza fretta ha continuato a salire e piano piano è penetrata fino in fondo e come avevo fatto io tempo prima è rimasta ferma,incantata a godersi l’istante poi,nel momento in cui si è sentita pronta e ha cominciato il movimento le ho afferrato le natiche stringendole e tirandole forte a me per sentirla meglio,ho incrociato le gambe sulla sua schiena schiacciandole il seno sul mio petto e il ventre sul mio cazzo sia per farle sentire quanto era duro ma sopratutto perchè volevo venire mentre mi scopava,volevo sentire il calore del mio sperma sui nostri corpi avvinghiati,volevo che si spalmasse su di noi e tra di noi,volevo che questo la eccitasse ancora di più e che la facesse durare ore e ore e che alla fine,stremata,mi ricoprisse del suo sperma ed è esattamente ciò che è successo. Con un rantolo di piacere mi ha fatto capire che era arrivato il momento del terzo sparo quindi l’ho lasciata libera di alzarsi,mettere la mano a cucchiaio e il pollice come tappo,di muovere dolcemente il polso e di colpirmi il viso,il mento,il collo,il petto,l’ombelico,l’addome e infine di annegarmi i gioielli: non solo il periscopio cannone aveva subito un nuovo cambiamento e si era trasformato in un potente idrante ma lei stessa era diventata una vorace idrovora che tutto aspira senza lasciar ne tracce ne…gocce. "Decimo stadio! Non avrai mica hai intenzione di fermarti…qui,vero…no? No! ottimo anzi...grandioso...doccia?"
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